Ferrara 1881- Padova 1960
Ebreo di modeste condizioni familiari, da giovane Arrigo Minerbi non ha modo di seguire studi regolari.Così a vent’anni dalla nativa Ferrara si trasferisce in cerca di lavoro a Firenze, poi a Genova e infine a Milano.
Fa il restauratore, il ceramista, lo stuccatore ma intanto la sua vocazione artistica si precisa e nel 1912 partecipa alla Biennale di Venezia con opere influenzate dallo stile liberty e finalmente nel 1919 conosce il successo con la prima delle sue rarissime mostre personali.
Come indole è infatti un po’ appartato, con una visione della vita e dell’arte fra il mistico e il romantico. Dispone però di una fedele cerchia di ammiratori eccellenti, tra i quali Gabriele d’Annunzio che gli commissiona la tomba per la madre (Pescara, Chiesa di S. Celso, 1938).
Fra le sue opere più significative vanno ricordate il Monumento ai medici italiani caduti in guerra (Firenze 1924), l’altorilievo della Maternità per la Clinica Mangiagalli (Milano 1930), diverse tombe monumentali (una per tutte: la Tomba Cusini con un vibrante S. Francesco che predica agli uccelli, Monumentale di Milano, 1927-1928), un gruppo in argento con l’ultima Cena per la cattedrale di Oslo (1930), una porta in bronzo del Duomo di Milano con le Storie di Costantino (1948).
Nella nostra Fornace Artistica era solito soprattutto realizzare i bozzetti in cotto, compresi quelli delle sue opere migliori. La Pietas qui presentata rivela tutta la volontà dello scultore di conseguire una purezza espressiva mediante figure e volti idealizzati, soffusi di una malinconica grazia.