Milano 1891- Miazzina (No) 1943
Iniziato giovanissimo alla scultura nello studio milanese di Guido Persico, completa il suo apprendistato all’Umanitaria e all’Accademia di Brera.
Poi intraprende la professione artistica, da lui intesa alla stregua di una ricerca costante e metodica della perfezione della forma, lontano dalle presunzioni intellettualistiche o dal servilismo culturale di molti suoi colleghi.
Un lavoro insomma centrato sulla fatica quotidiana di misurarsi con la materia che si va plasmando, proprio come nelle botteghe artigiane del Medioevo e del Rinascimento.
I riconoscimenti non tardano ad arrivare. Per la statua in marmo del Buon Pastore del 1923, ora al cimitero monumentale di Como (nella foto, un particolare del bozzetto originale in cotto), riceve il Premio Tantardini e un suo Autoritratto in bronzo (1928) viene acquistato dalla Civica Galleria d’Arte Moderna di Milano.
E’ presente ai principali appuntamenti espositivi italiani ne manca di essere invitato alle più qualificate mostre internazionali (a Barcellona nel 1929, a Bruxelles nel 1935, a Berlino nel 1937 , a Ginevra nel 1938).
Accanto ad una produzione per il collezionismo privato – famosi restano alcuni suoi ritratti in bronzo di personaggi dell’epoca -a Milano vanta significative commesse pubbliche quali una Via Crucis in marmo per il Civico Tempio di S. Sebastiano (1931-1933), un grande bassorilievo con l’Annunciazione, pure in marmo, per la facciata dell’Ospedale Niguarda (1938), il rinnovato fonte battesimale in porfido per la basilica di S. Ambrogio ~1940-1942), la porta del Duomo con le Storie di S. Galdino {1935-1943).
I contatti con il suo antico maestro Persico , e con Rebattini sono frequenti e sono documentati da alcune lettere che lasciano trasparire il rispetto e l’amicizia che li univa.