Senigallia (An) 1876- Milano 1968
Enrico Mazzolani, figlio di un nobile barone marchigiano, dopo il liceo classico completa gli studi in campo artistico a Roma.
Di ritorno nella sua Senigallia, entra in contatto con il rinomato ambiente dei ceramisti della vicina Faenza, poi -già trentenne -emigra definitivamente a Milano dove, per vivere, lavora anche come architetto.
Finita la grande guerra, riprende con decisione a fare lo scultore e molte sue opere sono commissionate e concepite per essere inserite in funzione complementare negli edifici residenziali di pregio costruiti da alcuni architetti suoi amici. Più sporadiche sono le commesse pubbliche, quale il gruppo marmoreo di Angeli per la chiesa collegiata di Seregno.
Ma è nella ceramica smaltata che trova la materia adatta a rappresentare il suo soggetto preferito – la donna -in tutte le varianti possibili di armoniose linee slanciate e di dolci modellature.
Pur frequentando il vivace ambiente degli artisti e degli intellettuali milanesi che fra le due guerre gravitano attorno alla mitica trattoria toscana di via Bagutta e pur essendo invitato ad esporre nelle principali occasioni ufficiali dell’epoca (le mostre alla Permanente di Milano, le Biennali di Monza e quelle, ambitissime, di Venezia), non si lega mai a nessuna corrente o moda artistica e questo sostanziale isolamento gli varrà un periodo di oblio subito dopo la morte.
Pian piano però, dagli Anni Ottanta le sue donne di maiolica vengono riscoperte dal mercato del collezionismo privato e le quotazioni di quelle piacevoli figurette un po’ manierate si assestano a livelli di tutto rispetto.
Nela nostra fornace sono restati numerosi stampi in gesso delle sue opere, è quindi possibile, su richiesta acquistare la riproduzione di una delle opere di Enrico Mazzolani.
Ho conosciuto lo scultore Enrico Mazzolani proprio alla Trattoria Bagutta dei Pepori. Vi era una stanza subito dopo la cucina adibita a cenacolo dove vi erano dei posti sacri, quello di Vellani Marchi e di sua moglie Isotta, e quella che usava appunto Enrico Mazzolani orami molto vecchio. Quando arrivava lui gli extra posti sacri gli tributavamo un gesto d’onore alzandoci in piedi e lui con uno sguardo gentile ci sorrideva. Un tempo memorabile.